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APPELLO PER UNA REALE POLITICA COMUNE DI ASILO

Comitato politico del CCRE/CEMR, Nicosia, 20 aprile 2016

 

Noi, sindaci, rappresentanti eletti locali e regionali, riuniti al meeting del Comitato politico tenutosi a Cipro in occasione del Congresso dei Comuni e delle Regioni d'Europa – in rappresentanza delle 130.000 autorità comunali e regionali europee aderenti a 55 associazioni nazionali – chiediamo una politica europea comune di asilo e, a seguito della nostra risoluzione del 7 dicembre 2015:

Esprimiamo il nostro impegno per i valori umani che sottendono al progetto europeo e ricordiamo la necessità della solidarietà tra Stati membri dell'Unione europea e oltre;

Ribadiamo che ai fini di una reale integrazione è necessario che i profughi rispettino i valori europei, in particolare i diritti dell'uomo e la parità tra i sessi;

Ricordiamo che la crisi dei profughi deve essere risolta a livello europeo mediante una legislazione europea sull'asilo che coinvolga tutti gli Stati membri e pertanto accogliamo con favore le recenti proposte della Commissione europea per la riforma del  sistema europeo comune di asilo e la creazione di rotte migratorie sicure e legali;

Riconfermiamo il nostro impegno, nel rispetto delle disposizioni dei Trattati in materia di libertà, sicurezza e giustizia, per la creazione di un sistema equo, solidale e permanente di smistamento dei profughi in tutti i paesi dell'UE, direttamente dagli hotspot e dai paesi confinanti con l'UE attraverso corridoi sicuri;

Prendiamo nota del recente accordo intervenuto con la Turchia; tuttavia, domandiamo un efficace e rigoroso monitoraggio della sua attuazione e una valutazione dei risultati entro un ragionevole lasso di tempo;

Ricordiamo che gli Stati membri dell'UE e la Turchia, dove applicabile, sono tenuti a rispettare le leggi internazionali ed europee in materia di aiuti umanitari e di asilo stipulate nella Carta dell'ONU, nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, nella Convenzione di Ginevra e nel Protocollo concernente lo status di Rifugiati, nonché nei Trattati e nelle direttive dell'UE;

Chiediamo procedure di trasferimento controllate e ben gestite, al di là dell'attuazione dell'accordo raggiunto nel settembre 2015 per 160.000 profughi dalla Grecia e dall'Italia, nonché di quello con la Turchia, sotto la protezione del diritto internazionale ed europeo;

Esprimiamo la nostra piena solidarietà ai sindaci di tutta Europa e dei Balcani, ma anche della Turchia e del Medio Oriente, inclusi Libano e Giordania, che ospitano e trasferiscono profughi nei loro comuni e ribadiamo il nostro sostegno per le misure volte a combattere le cause della crisi alla radice nei paesi di origine;

Chiediamo che l'Unione europea e gli Stati membri rispettino l'autonomia locale e regionale e assicurino i mezzi necessari all'accoglienza dei profughi mediante sovvenzioni adeguate per i governi locali e regionali ospitanti e attraverso un dialogo permanente con i governi centrali sulle procedure da seguire;

Ricordiamo ai leader europei la Carta europea dell'autonomia locale e insistiamo per l'applicazione del principio di partenariato nel momento in cui si decide la destinazione dei rifugiati nei nostri comuni e regioni;

Confermiamo il nostro impegno di governi locali e regionali ad adottare, se provvisti dell'assistenza e delle risorse necessarie, le misure adeguate per ottenere una buona integrazione in una prospettiva di medio-lungo termine, sottolineando che siamo noi i principali fornitori di servizi pubblici locali.

Di conseguenza, e al fine di rispondere all'emergenza umanitaria creata dall'arrivo dei profughi e integrarli nelle nostre comunità nel miglior modo possibile, sottolineiamo quanto segue:

 

In merito agli aspetti finanziari

Raccomandiamo

  1. Che gli attuali programmi operativi dei fondi strutturali siano adattati, dove applicabile, in modo da mettere i governi regionali e locali in condizione di finanziare i costi associati all’integrazione a medio e lungo termine, che sono in genere sostenuti nel quadro dei servizi di interesse generale (alloggi, sanità, assistenza sociale, istruzione, ecc.), principale campo d'intervento dei servizi pubblici locali;
  2. Che nei negoziati per la revisione del programma quadro finanziario pluriennale si tenga conto del finanziamento dell'accoglienza e dell'integrazione dei profughi;
  3. Che la BEI metta a disposizione dei comuni e degli enti pubblici prestiti a tasso zero per la costruzione di alloggi e infrastrutture;
  4. Che si possano investire risorse finanziarie dei bilanci pubblici per creare e potenziare strutture per l'accoglienza e l'integrazione dei profughi.

In merito agli aspetti relativi alla sicurezza

Sosteniamo

  1. Le proposte della Commissione europea per mantenere lo spazio Schengen, rafforzare le frontiere esterne dell'UE con una guardia frontaliera operativa nella costiera europea,  nonché l'annunciata riforma del regolamento di Dublino da attuare il prima possibile nel rispetto delle disposizioni dei Trattati in essere e degli opt-out in materia di libertà, sicurezza e giustizia e Schengen;

Chiediamo

  1. Un rigoroso monitoraggio dello status di “paesi di origine sicuri” ai sensi del diritto internazionale onde evitare espulsioni collettive illegali verso zone di guerra, concordando al contempo un elenco a livello europeo per snellire le procedure di registrazione;
  1. La velocizzazione delle procedure di ottenimento della protezione internazionale per trasferire i profughi a una destinazione assegnata dall'Unione europea, tenendo tuttavia in considerazione, dove possibile, le specificità dei profughi e dei paesi in questione;
  1. Una particolare considerazione per i minori non accompagnati e i loro diritti al fine di garantire la loro protezione nel quadro di un equo meccanismo europeo di trasferimento permanente tra Stati membri;
  1. Il riconoscimento delle esigenze dei minori non accompagnati, che sono particolarmente vulnerabili agli abusi e allo sfruttamento, maggiormente a rischio di essere vittime di traffici di esseri umani e che, come tali, hanno diritto a essere protetti;
  1. Misure di tutela delle donne, che tra i profughi costituiscono anch'esse una fascia soggetta ad abusi e a traffici di esseri umani.

In merito agli aspetti relativi all'integrazione

Riconosciamo

  1. Che occorre richiedere, secondo le leggi nazionali, che i profughi che ricevono benefici sociali intesi a favorire la loro integrazione rimangano presso l'autorità locale ospite cui sono stati assegnati per il periodo durante il quale ricevono assistenza, conformemente alla recente giurisprudenza della CGUE[1].

Abbiamo bisogno

  1. Di interventi per coordinare meglio gli sforzi in un dialogo tra autorità locali, regionali e nazionali e per smistare i profughi in modo equo e solidale in tutte le regioni e comuni in Europa;
  1. Del sostegno dei governi centrali alle autorità regionali e locali per evitare effetti di sovraffollamento nei sistemi nazionali di previdenza e il potenziale rischio di fomentare la xenofobia;
  1. Di investimenti per l'istruzione e ulteriori iniziative per aiutare ed incoraggiare i nuovi arrivati, e in particolare le donne, a inserirsi nel mercato del lavoro;
  1. Di una particolare attenzione alla prevenzione dei conflitti a tutti i livelli di governo favorendo il dialogo tra le comunità ospitanti e i profughi, per evitare fenomeni di rigetto, xenofobia e radicalizzazione;
  1. Di ribadire il nostro impegno sul principio di solidarietà e il nostro rifiuto di qualsiasi strumentalizzazione politica della crisi dei profughi;
  1. Che le Istituzioni europee sostengano il CCRE/CEMR e le sue associazioni affiliate per creare una specifica piattaforma di scambio di prassi ed esperienze, incentrata sull'integrazione dei profughi a livello dei governi locali e nazionali.

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http://www.aiccre.it/firma-anche-tu-lappello-per-una-politica-comune-dasilo-sostenibile-ed-accogliente/#more-12898