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Cambiamenti climatici: i tre punti del CCRE/CEMR

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Riconoscere agli enti locali una maggiore influenza politica nel processo decisionale sui cambiamenti climatici, costruire un dialogo più forte tra tutti livelli della discussione, rimettere al centro la cooperazione decentrata, strumento di crescita collettiva e sinergica: sono questi i tre punti cardine portati dal CCRE/CEMR al Vertice sui cambiamenti climatici ad Agadir, in Marocco, che si è svolto dall’11 al 13 settembre e dove, in rappresentanza del CCRE/CEMR ha partecipato Gabriele Taddeo, dirigente dell’AICCRE (nella foto):  “nei miei interventi nel corso dei lavori ho messo in evidenza la visione e la prospettiva delle amministrazioni locali e regionali attraverso  alcuni focus che per noi del CCRE/CEMR sono fondamentali: dobbiamo essere riconosciuti in maniera più forte come attori decisionali, perché spesso sono i governi locali a subire le conseguenze negative dei cambiamenti climatici e sono i primi a gestire le emergenze (inondazioni, siccità, terremoti, per esempio). Quindi sono i primi che devono mettere in campo azioni per contrastare il cambiamento climatico”.

La visone del CCRE/CEMR è  quella di una maggior considerazione dei governi locali a livello politico, con il loro pieno riconoscimento in una cornice di governance multilivello.
“Il Vertice di Agadir in questo senso è stato esemplare, ha continuato Taddeo : negli ultimi anni si sono presi accordi senza coinvolgere tutto lo spettro degli attori coinvolti, invece in Marocco intorno al tavolo c’erano tutti: organizzazioni di cooperazione, ONG, società civile, associazionismo, enti locali e regionali, seduti  al fianco delle istituzioni statali, in questo caso del Marocco, e dell’ ONU. Di particolare importanza politica la presenza di rappresentanti della California”.  Dal Vertice è emerso anche che sono i Paesi più fragili a subire gli effetti devastanti del cambiamento climatico: “in Africa la frequenza elevata delle conseguenze dei cambiamenti climatici incide  in maniera pesante in termini di perdite di vite umane, di  dissesto territoriale ed ambientale, ha sottolineato  Taddeo,  ed è una delle cause delle massicce migrazioni. In questo quadro, abbiamo fatto rilevare l’importanza fondamentale della cooperazione internazionale:  se la volontà è quella di costruire un sistema di rapporti diversi e quindi di governance multilivello,  uno degli strumenti fondamentali sostenuti da  CCRE/CEMR e da PLATFORMA è proprio la cooperazione decentrata”. Fondamentale perché  il rapporto è costruito da città a città, e questo permette “uno scambio mutualistico:  l’apprendimento di conoscenze, di buone pratiche, di strumenti è vicendevole e non è in unidirezionale: aiuta la crescita di entrambi i soggetti che costruiscono un progetto di cooperazione internazionale”. Anche l’Unione europea deve però cambiare rotta, ammonisce il rappresentante del CCRE/CEMR: “se l’Europa chiede ai cittadini di ripensare il proprio stile di vita in relazione ai cambiamenti climatici, e quindi sensibilizza sull’uso di risorse ed esorta a ridurre gli sprechi, è la stessa Europa che deve ripensare al proprio modello organizzativo e cercare di intraprendere modalità ed un pragmatismo che coinvolga i cittadini, aiutandoli a riacquistare la fiducia sia verso l’Unione che verso gli enti locali e regionali, che sono gli enti ad essi più prossimi”.  Taddeo ha concluso presentando il prossimo appuntamento sui cambiamenti climatici che si svolgerà a novembre a Bonn:  “sempre come CCRE/CEMR, amplieremo alcuni temi discussi ad Agadir, in particolar modo quello dell’importanza del Patto dei sindaci, strumento fondamentale per lo sviluppo sostenibile nelle città di tutto il mondo: abbiamo presentato in Marocco un accordo con l’Africa subsahariana che svilupperemo  nell’appuntamento in Germania”.