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DONNE AI VERTICI:

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Donne ai vertici: infrangere il “tetto di cristallo”

Infrangere il tetto di cristallo che continua a ostacolare l’ascesa delle donne ai vertici delle imprese europee: è l’obiettivo della proposta legislativa avanzata oggi dalla Commissione europea che stabilisce un obiettivo del 40% di persone del sesso sotto-rappresentato tra gli amministratori senza incarichi esecutivi delle società quotate in Borsa. Le aziende che non presentano  questa soglia saranno tenute a procedere alle nomine sulla base di un’analisi comparativa delle qualifiche di ciascun candidato, applicando criteri chiari, univoci e formulati in modo neutro dal punto di vista del genere. A parità di qualifiche, si dovrà dare la priorità al sesso sotto-rappresentato. L’obiettivo dovrà essere  raggiunto entro il 2020 (entro il 2018 per  le imprese pubbliche). La proposta dovrebbe applicarsi a circa 5 000 società quotate nell’Unione europea, mentre non si applicherà alle piccole e medie imprese (società con un organico inferiore a 250 dipendenti e un fatturato mondiale non superiore a 50 milioni di euro) ed alle società non quotate. Gli Stati membri dovranno stabilire sanzioni adeguate e dissuasive per le società che violeranno la direttiva.

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POLITICA DI COESIONE:

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Politica di coesione: enti locali chiedono una maggiore dotazione finanziaria

La viva preoccupazione  dei rappresentanti locali e regionali europei di  "essere privati degli strumenti necessari per rispondere in modo efficace alle sfide che si trovano ad affrontare " è stata espressa dal presidente del Comitato delle Regioni in una lettera inviata ai capi di Stato e di Governo. "Nuovi tagli alla voce della politica di coesione  potrebbero danneggiare le prospettive di crescita e  la ripresa economica" ha sottolineato il presidente Ramón Luis Valcárcel.
Regioni e città europee sottolineano così la necessità di garantire l'equilibrio di bilancio tra le diverse voci del quadro finanziario pluriennale  e chiedono una maggiore dotazione finanziaria da destinare alla politica di coesione.

“Rinunciare ad  una fonte di sostegno come il bilancio dell'Unione europea, di cui il 94% è dedicato agli investimenti e che rappresenta l'unica risorsa pubblica stabile, pluriennale per sostenere la crescita e l'occupazione, sarebbe un grave errore " ha ancora sottolineato Valcarcel, che ha ricordato l'effetto leva dell'investimento pubblico e privato tramite co-finanziamento a livello locale, regionale e nazionale.

I rappresentanti degli enti locali e regionali dell'Unione europea si impegnano da parte loro ad  utilizzare i fondi nel modo più efficace possibile e  a garantire  che i finanziamenti europei assicurino risultati concreti  e portino ad investimenti di più  alta qualità.

Valcárcel invita infine il Consiglio europeo a garantire che la decisione sul quadro  finanziario pluriennale sia coerente con gli impegni assunti dagli Stati membri nel quadro del Patto per la crescita e l'occupazione. In particolare per quanto riguarda "la necessità di mobilitare tutti i livelli, gli strumenti e le politiche per rendere gli investimenti effettivamente disponibili sul territorio".

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FONDO EUROPEO per LA DEMOCRAZIA

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Fondo europeo per la democrazia: Ue stanzia sei milioni

Nel quadro della nuova politica europea di vicinato l’Unione europea ha deciso lo stanziamento di sei milioni di euro per garantire il rapido avvio del Fondo europeo per la democrazia.

 

Si tratta di un meccanismo di finanziamento rapido e flessibile per i beneficiari che non sono supportati (o non lo sono sufficientemente), soprattutto per motivi giuridici o amministrativi. Possibili destinatari: giornalisti, blogger, ONGs non registrate, movimenti politici, in particolare quando  questi attori operino in  contesto politico incerto. Questo sarà proprio il valore aggiunto dell' EED. Il focus geografico sarà inizialmente, anche se non esclusivamente, la regione europea di vicinato. Lo European Endowment for Democracy (EED) assume la forma di una Fondazione di diritto privato con sede in Belgio, autonoma dall'Unione europea, governata da un proprio Statuto e propri organi. Non si tratta quindi di uno strumento europeo, ma completa gli attuali strumenti di cooperazione dell'UE. In particolare,  garantirà coerenza, sinergie e valore aggiunto alle attività svolte dallo Strumento europeo per la democrazia ed i diritti umani (EIDHR), dallo Strumento per la stabilità o dallo Strumento per la società civile.

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LE CITTA' di TRANSIZIONE

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e “città” di Transizione

Cosa sono le città (villaggi, foreste, isole) di Transizione?

Tutto comincia con un piccolo gruppo di persone motivate appartenenti alla stessa comunità che si riuniscono per condividere la stessa preoccupazione: come può la nostra comunità rispondere ai rischi e alle opportunità che ci si presentano a causa del Picco del Petrolio e del Cambiamento Climatico?

Così co

minciano formando un Gruppo Iniziale o Gruppo Guida e adottando il modello filosofico e operativo della Transizione (che trovate spiegato qui in modo esteso, e qui e qui in sintesi) con l’intenzione di coinvolgere un numero significante di persone all’interno della comunità e far nascere una Iniziativa di Transizione.

Una Iniziativa di Transizione è una comunità (come queste in Italia e queste nel resto del mondo) che lavora tutta insieme guardando il Picco del Petrolio e il Cambiamento Climatico dritti negli occhi cercando una risposta alla domanda:

Come possiamo aumentare la nostra resilienza (per mitigare le conseguenze del Picco del Petrolio) e ridurre drasticamente le nostre emissioni di CO2 (per mitigare gli effetti del Riscaldamento Globale) in tutti gli aspetti della vita e delle attività di questa comunità?

Per arrivare alla risposta mette in atto un processo informativo e creativo di:
» diffusione delle informazioni in merito al Picco del Petrolio al Cambiamento climatico e alla necessità di intraprendere azioni promosse dalla comunità per aumentare la resilienza e ridurre le emissioni ci CO2
» collegamento con le realtà esistenti già attive nella comunità
» creazione di relazioni con l’amministrazione locale
» collegamento con le altre Iniziative di Transizione
» formazione di gruppi che si occupino di tutte le tematiche fondamentali per la vita della comunità (alimentazione, energia, trasporti, salute, aspetti psicologici, economia e sostentamento, ecc.)
» realizzare progetti mirati a far comprendere a tutti l’importanza del coinvolgimento della comunità nei processi di costruzione della resilienza e diella riduzione delle emissioni di CO2
» arrivare alla definizione un Piano di Decrescita Energetica progettato definito e messo in pratica dalla comunità in una scala temporale di 15/20 anni

Il tutto si concretizza nella produzione di un vasto numero di progetti coordinati che abbracciano tutte le aree e gli ambiti della vita della comunità.

All’interno di una comunità in Transizione vengono riconosciuti due punti cruciali:
1.Abbiamo usato un’immensa quantità di creatività, ingenuità e adattabilità durante il percorso di crescita energetica che la nostra civiltà ha compiuto fino ad oggi grazie alle fonti di energia fossili e non c’è ragione per non fare lo stesso anche nel percorso di decrescita che dobbiamo fronteggiare.
2.Se agiamo subito, in modo collettivo, è molto probabile riuscire a creare un nuovo e piacevole modo di vivere con maggiori relazioni tra le persone e maggiore integrazione con l’ambiente rispetto all’attuale frenetico sistema dipendente dal petrolio.

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Bando di Gara

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CONSULTA DEI GEMELLAGGI – COOPERAZIONE 2011

DCI: Parità di genere e Attori Non Statali e Autorità Locali nei PVS

 

Eurolettera n. 5/2011 - ottobre

 

 

 

 

La Commissione europea – DG Cooperazione e Sviluppo EuropeAid ha pubblicato nei giorni scorsi 3 bandi nel quadro dei programmi tematici dello strumento per la cooperazione allo sviluppo DCI, e precisamente uno relativo a Investire nelle persone e due relativi a Attori non statali e Autorità locali nei PVS e nei Paesi della politica di vicinato.

Tutti e tre i bandi seguono la procedura ristretta, che prevede che la presentazione delle proposte di progetto avvenga in due fasi:

la prima, aperta a tutti, prevede l’invio del solo concept note, un formulario meno dettagliato attraverso il quale il progetto viene presentato in modo sintetico; i progetti i cui concept note saranno valutati positivamente verranno inseriti in una short list

e solo i loro proponenti potranno partecipare alla seconda fase e presentare le proposte complete di progetto.

 

Il primo bando che rientra nel programma

DCI-Investire nelle persone riguarda l’azione

“Parità di genere”

(ID: EuropeAid/131087/C/ACT/Multi)

 

e finanzierà progetti per la protezione e la promozione dei diritti delle donne e per l’impoverimento economico e sociale delle donne.

Il budget disponibile ammonta a 30 milioni di euro, dei quali circa 16,490 destinati a progetti che coinvolgano i Paesi ENPI e lo Yemen.

Il contributo finanziario potrà coprire fino all’80% dei costi totali ammissibili, per un massimo di 1,5 milioni di eur.

Scadenza per la presentazione dei concept note: 26 gennaio 2012

 

Il secondo bando riguarda l’azione 1 del programma

DCI-Attori non Statali e Autorità Locali - azioni Multi-Country

e lo Strumento (facility) per la Società Civile del programma ENPI

(ID: EuropeAid/131140/C/ACT/Multi)

 

e finanzierà azioni tese a rafforzare le reti rappresentative della società civile attive per la cooperazione allo sviluppo e loro progetti rivolti a temi di interesse globale (nel caso dei Paesi della politica di vicinato il bando si rivolge anche alle organizzazioni della società civile che non appartengono a una rete, ma le cui azioni hanno una dimensione regionale e sono tese a rafforzare e promuovere il ruolo delle organizzazioni della società civile nelle riforme e nei cambiamenti democratici che là stanno avvenendo).

Il bando è ripartito in 5 lotti geografici, a seconda della regione alla quale appartengono le reti.

Il buget disponibile per questo bando ammonta a 25.904.500 eur, 15.9049500 provenienti da DCI e 10.000.000 provenienti da ENPI; a questo budget si aggiungerà probabilmente una cifra equivalente proveniente dal budget 2012, se sarà approvato dall’autorità di bilancio.

Il contributo finanziario potrà coprire fino al 90% dei costi totali ammissibili, per un massimo di 4 milioni di eur (ma il massimale è di 1 milione di euro per progetti dei Paesi dell’area ENPI).

Scadenza per la presentazione dei concept note: 1 febbraio 2012

 

Il terzo bando riguarda le azioni 1 e 2 del programma

DCI-Attori non Statali e Autorità Locali - azioni Multi-Country

(ID: EuropeAid/131143/C/ACT/Multii)

 

e finanzierà azioni proposte e realizzate da autorità locali (LA) e loro associazioni (ALA), degli Stati membri e dei Paesi partner, volte a migliorare le capacità di LA e ALA dei Paesi beneficiari nella definizione delle politiche pubbliche, in linea con gli impegni internazionali per lo sviluppo (lotto 1) e azioni di educazione allo sviluppo e sensibilizzazione sullo sviluppo in Europa (lotto 2).

Il buget disponibile per questo bando ammonta a 16.240.520 eur, comprensivo degli stanziamenti per il 2011 e per il 2012 (quest’ultimo dovrà essere confermato dall’autorità di bilancio).

Il contributo finanziario potrà coprire fino al 75% dei costi totali ammissibili (90% se il proponente è un LA/ALA di uno Stato beneficiario) per massimali diversi a seconda del lotto: per il lotto 1 il contributo massimo erogabile ammonta a 1,5 milioni di euro, per il lotto 2, a 1 milione si euro

Scadenza per la presentazione dei concept note: 1 febbraio 2012

 

Per tutti e tre i bandi le proposte progettuali vanno inviate esclusivamente via e-mail; inoltre sia il proponente sia i partner devono essere registrati nel sistema PADOR: il proponente deve esserlo già al momento della presentazione del concept note, mentre i partner è sufficiente che lo siano al momento della presentazione della proposta completa del progetto.